Nelle piante di Cannabis Sativa e Cannabis Indica sono presenti numerose molecole, ciascuna delle quali è utile alla vita e allo sviluppo della pianta stessa. Tuttavia, la pianta di canapa in tutte le sue varietà è sempre stata utilizzata in varie maniere per i suoi effetti rilassanti, straniativi o euforici. L’utilizzo della cannabis come forma di svago risale all’antichità, ma solo recentemente abbiamo scoperto che le sue peculiarità sono date da due molecole con alcune differenze: THC e CBD.
Entrambe queste molecole servono ad allontanare parassiti e insetti dalle piante, e sono perciò una forma di autodifesa; tuttavia, se assunti dagli esseri umani, provocano effetti ben diversi. Il CBD, anche conosciuto come cannabidiolo, ha effetti psicoattivi blandi; il THC, conosciuto anche come tetraidrocannabidiolo, è responsabile dello “sballo” provato dall’assunzione di cannabis. In tempi recenti i ricercatori hanno ulteriormente studiato queste due sostanze per comprendere i loro possibili utilizzi, mentre i coltivatori hanno creato nuove genetiche che, alterando i rapporti tra THC e CBD, sono in grado di offrire sensazioni diverse ai consumatori. Ma quali sono le specifiche differenze tra CBD e THC?
Il CBD e i suoi effetti benefici
Il cannabidiolo, o CBD com’è comunemente chiamato, è una molecola composta da 21 atomi di carbonio, 30 atomi di idrogeno e 2 atomi di ossigeno. È chimicamente identica agli endocannabionidi naturalmente prodotti dal nostro corpo, e perciò interagisce col sistema endocannabinoide, un sistema che regola processi biologici come sonno, umore, appetito, memoria e sistema riproduttivo.
Gli scienziati hanno cominciato a interessarsi al CBD solo recentemente, al contrario del THC, ma sono convinti che la ricerca in questo campo porterà numerosi vantaggi. Infatti, il cannabidiolo si è rivelato utilissimo nel trattamento di numerose patologie per prevenirne i sintomi, e non provoca assuefazione. Questa molecola combatte efficacemente varie condizioni, come convulsioni, infiammazione, dolore cronico, psicosi, nausea, emicrania, depressione, ansia. Il trattamento “standard” per queste patologie spesso prevede l’utilizzo di farmaci con molti effetti collaterali. Il CBD, invece, ha il sostanziale vantaggio di essere privo di effetti indesiderati pericolosi. Gli effetti collaterali del cannabidiolo, infatti, possono essere secchezza della bocca, sonnolenza, o lievi vertigini; tutti effetti poco pericolosi. L’importante è evitare di compiere attività come guidare automobili o altri mezzi dopo l’assunzione.
Valore ricreativo del CBD
Il CBD può anche essere utilizzato in maniera ricreativa. I suoi effetti profondamente rilassanti sono particolarmente ricercati da chi lavora o studia e vuole una pausa serale per staccare, o da chi ha difficoltà ad addormentarsi in fretta perché conduce una vita movimentata e stressante. La cannabis light, cioè la marijuana ad alto contenuto di CBD e quasi nullo di THC, ha numerose varietà differenti, e queste varietà hanno sapori e profili aromatici diversi. Per gli appassionati del sapore e dell’odore della cannabis, la cannabis light rappresenta un prodotto interessante con pochi effetti collaterali.
Valore medico del CBD
Bisogna sempre ricordarsi di consultare un medico prima di cominciare un trattamento, anche se a base di CBD. I modi di assunzione sono vari: la comune “marijuana medica” è, effettivamente, cannabis ad alto contenuto di CBD e con contenuto quasi nullo di THC. Alcuni medici possono anche somministrare CBD attraverso resina o sostanze liquide da sciogliere in acqua o altre bevande, per evitare gli effetti collaterali della combustione. Negli USA è stato messo in commercio un farmaco a base di CBD di nome Epidiolex per trattare convulsioni ed epilessia.
A livello legale, la cannabis può essere coltivata se mantiene livelli di THC inferiori allo 0,2%, quindi estremamente bassi e ininfluenti. Se dovessero essere trovate percentuali maggiori, la legge interviene con sanzioni solo se i livelli di THC superano lo 0,6%.
Il THC: vantaggi e svantaggi
Il THC, o tetraidrocannabinolo, è una molecola anch’essa composta da 21 atomi di carbonio, 30 di idrogeno e 2 di ossigeno, ma le differenze nella disposizione degli atomi la rende diversa rispetto al CBD. Anche il THC interagisce con il sistema endocannabinoide, legandosi ai recettori CB1 e dando luogo a degli effetti psicoattivi e straniativi importanti. Gli effetti tendono a essere più potenti quando il THC viene assunto senza neanche una piccola percentuale di CBD.
La cannabis con alte quantità di THC viene spesso utilizzata a scopo ricreativo. La sensazione di “sballo” è molto ricercata da chi ne fa uso in momenti di svago, e diverse tipologie di cannabis offrono diverse sensazioni. Per esempio, alcuni ceppi possono favorire un high particolarmente rilassato, mentre altre genetiche stimolano la creatività di chi la assume. Le diverse varietà di cannabis hanno anche dei profili aromatici estremamente differenti, da varietà con sentori dolci ad altre che hanno spiccati aromi di petrolio o formaggio.
Valore medico del THC
Molti studi hanno anche riscontrato dei benefici medici nell’assunzione di THC. Seguendo trattamenti specifici, l’assunzione di questa sostanza si è dimostrata utile per trattare insonnia, dolore cronico, nausea, mancanza di appetito, glaucoma. Tuttavia, il THC comporta effetti secondari più importanti di quelli del CBD. La sensazione stessa di “sballo”, se indesiderata, può spaventare o infastidire alcune persone. Altri effetti collaterali sono secchezza della bocca, tachicardia, problemi d’equilibrio, perdita di memoria, ansia, e tempi di reazione più lenti. In alcuni consumatori abituali si riscontra anche una sindrome amotivazionale da cannabis, uno stato di pigrizia continuato nel tempo, che può insorgere negli individui che non rispettano le prescrizioni mediche o che abusano della sostanza.
L’effetto entourage
THC e CBD sono sostanze diverse che presentano molte differenze, eppure alcuni studi hanno osservato che la loro azione congiunta provoca effetti precisi. L’effetto entourage ipotizza che gli effetti benefici delle sostanze presenti nella cannabis siano più marcati se le sostanze vengono assunte insieme: THC, CBD e altre molecole organiche come i terpeni. Altri studi hanno addirittura osservato che il CBD, assunto insieme ai terpeni, sarebbe in grado di aiutare nella lotta contro il cancro, o quantomeno di ridurre gli effetti indesiderati dei farmaci standard. La presenza di CBD e di terpeni è inoltre capace di ridurre gli effetti “negativi” del THC, tra cui ansia, fame e vertigini.
Per chi non ama l’effetto di “sballo” del THC ma vuole provare il CBD e i suoi effetti benefici, in commercio sono reperibili molti prodotti che contengono CBD a spettro completo. Questi prodotti contengono non solo cannabidiolo, ma anche terpeni e altri cannabinoidi contenuti naturalmente nella pianta di cannabis. La percentuale di THC è spesso bassissima o persino nulla, perciò l’assunzione di questi prodotti non provoca nessun high. Resine e oli CBD sono i prodotti più comuni e comodi per assumere queste sostanze benefiche.
Come regolare il rapporto CBD:THC
In generale, può essere utile variare il rapporto CBD:THC nei prodotti che si assumono in base all’effetto che si ricerca. Bassi livelli di THC e alte percentuali di CBD contribuiranno a un effetto rilassante, ideale nelle giornate lavorative. Livelli di THC più alti invece producono un effetto psicotropo più adatto alle serate solitarie o tra amici, e gli effetti secondari saranno comunque attenuati dall’effetto entourage. Sperimentare è l’unico modo per trovare il rapporto più indicato per ciascun individuo.
Conclusioni
Il mondo della cannabis è in continua evoluzione, e i ricercatori continuano a studiare assiduamente questa pianta. Gli effetti medici e benefici di questa straordinaria pianta continuano a stupire. Studiosi, coltivatori e breeder lavorano insieme per creare genetiche sempre diverse e sempre eccezionali, in grado di soddisfare le esigenze di tutti i consumatori. La cannabis medica continua a entusiasmare dottori e pazienti in tutto il mondo. Ricordate sempre di cominciare un trattamento solo sotto indicazione di un medico competente, però!
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