Nel mondo della cannabis è facile imbattersi in alcuni termini apparentemente complessi, e la difficoltà è accentuata quando si va a parlare dei semi di canapa, che siano regolari, femminizzati o autofiorenti. Gli agricoltori principianti hanno già molte difficoltà tra cui destreggiarsi, e in questo articolo spiegheremo le tipologie più importanti di semi per dare una mano ai novizi, ma anche per rinfrescare la memoria ai breeder più navigati.
Semi diversi per esigenze diverse
Ogni coltivatore ha i propri obiettivi quando compra un seme di canapa. Il principiante vuole vedere una pianta fiorita e profumata che cresce, mentre l’esperto vuole incrociare le varietà per ottenere una genetica unica. Per questo esistono vari tipi di semi in commercio, selezionati da breeder blasonati per andare incontro all’esigenza di tutti gli appassionati. I semi di cannabis sono spesso venduti in versione regolare (regular), femminizzata (feminized) o autofiorente (autoflowering o automatic).
Semi Regolari
I semi regolari sono i più naturali di tutti: ogni seme ha il 50% di possibilità di dar vita a una pianta maschio, e il 50% di far crescere una femmina. Solitamente, le parti più utilizzate della pianta di canapa sono i fiori, che si trovano unicamente sulle piante femminili. Le piante maschili, però, producono il polline, fondamentale per la riproduzione spontanea delle piante. Per questo i semi regolari sono indicati per i breeder appassionati, che vogliono creare le proprie varietà di cannabis. Fondamentale è la separazione delle serre in cui si tengono le piante femminili e quelle maschili, per evitare incroci indesiderati.
Vantaggi | Svantaggi |
Indispensabili quando si vogliono creare nuove varietà di cannabis | I semi regolari possono produrre risultati imprevedibili |
Presenza di piante maschili e femminili | I breeder hanno bisogno di ampi spazi per separare correttamente le piante. |
Le talee delle piante nate da semi regolari sono ideali per la clonazione | Dimenticarsi di separare le piante maschili può provocare impollinazioni indesiderate |
I breeder possono conservare il polline delle piante | Non adatti ai coltivatori principianti, perché richiedono la conoscenza di tecniche avanzate per essere accudite correttamente |
Ampia scelta di varietà; dai grandi classici alle genetiche moderne, i semi regolari sono i più comuni |
I semi regolari perciò sono indicati per gli esperti che vogliono creare nuove varietà o che vogliono clonare le proprie piante, per avere delle copie geneticamente identiche. Semi regolari sono, ad esempio, gli Strawberry Sour Diesel della Devil’s Harvest Seeds, i Delicious Candy della Delicious Seeds, e i Silver Haze di Sensi Seeds.
Semi Femminizzati
Come dice il nome, i semi femminizzati sono semi che hanno un’altissima probabilità di dar vita a piante femminili: il 99,9%, per essere precisi. Le piante femminili sono ricche di fiori e tricomi, e sono adatte per i coltivatori che vogliono sicurezza e che non hanno intenzione di far riprodurre le proprie piante. Utilizzando i semi femminizzati non c’è neppure bisogno di selezionare le piante maschili e separarle per evitare che impollinino le piante femminili.
Per creare i semi femminizzati i breeder hanno inventato dei particolari stratagemmi per forzare le piante femminili a produrre polline. Il primo metodo prevede l’utilizzo di argento colloidale per bloccare la produzione di etilene; quando i livelli di questo composto chimico sono sufficientemente bassi, la pianta comincerà a produrre polline.
Il secondo metodo sfrutta il naturale bisogno di riproduzione degli esseri viventi; le piante femminili, se non vengono impollinate per lunghi periodi di tempo, possono “cambiare sesso” e produrre particolari sacche di polline. I breeder raccolgono queste sacche e le utilizzano per impollinare fiori, che produrranno i semi femminizzati.
I semi di qualità produrranno quasi certamente piante femminili; tuttavia, se il processo di femminizzazione non è stato svolto a dovere, le piante potrebbero nascere ermafrodite e quindi capaci di autoimpollinarsi e di impollinare le altre femmine nella grow room, che diminuiranno la produzione di fiori. Per questo è sempre meglio affidarsi a semi di qualità.
Vantaggi | Svantaggi |
99,9% di probabilità di dare vita a piante femminili | Non adatti ai breeder che vogliono incrociare le proprie varietà |
Più semplici da gestire | La clonazione è più difficile perché le talee sono meno abbondanti |
Più convenienti rispetto ai semi regolari se si cercano solo piante femminili | Se le genetiche sono di scarsa qualità o se i germogli sono sottoposti a stress, le piante possono diventare ermafrodite |
Ideali per i coltivatori che puntano a ottenere fiori e tricomi |
I semi femminizzati, quindi, sono adatti per coltivatori principianti, ma anche per gli esperti che puntano ad avere piante femminili con fiori e tricomi in abbondanza. Sono adatti anche per piccole grow room, dato che non c’è bisogno di separare maschi da femmine. I semi Gelato #420 di Sensi Seeds, i Forbidden Dreams di HSO e i GORILA BILBO di Genehtik Seeds sono esempi di semi femminizzati di qualità.
Semi Autofiorenti
Le genetiche autofiorenti si chiamano così perché sono capaci di arrivare alla fioritura senza bisogno di cambiamenti nel ciclo luce/buio. Sono facili da coltivare, fioriscono in fretta e spesso mantengono grandezze contenute, perfette per spazi piccoli. I semi autofiorenti possono anche essere femminizzati, per garantire piante che producono fiori e tricomi.
Questi semi vengono creati mischiando le due varietà di cannabis più comuni, Sativa e Indica, con una varietà di cannabis tipica delle zone fredde, la Ruderalis. Questa varietà, se pura, presenta una bassa resa e quantità di THC e CBD non eccezionali. Però è anche una pianta molto resistente e compatta, dato che si è sviluppata in regioni fredde; e, soprattutto, non è soggetta al fotoperiodismo. Mentre Sativa e Indica hanno bisogno di un ciclo luce/buio specifico per la fioritura (queste piante fioriscono quando le giornate si accorciano), la Ruderalis si basa solo sul passare del tempo. Incrociare questa genetica con le altre genetiche più blasonate dà vita ai semi autofiorenti. Le piante che nascono da questi semi sono resistenti, compatte, fioriscono velocemente e non danno nell’occhio.
Vantaggi | Svantaggi |
Non c’è bisogno di regolare il ciclo luce/buio | Resa minore |
Le piante sono piccole e compatte | Le piante hanno meno THC rispetto alle varietà che sfruttano il fotoperiodismo |
Spesso generano piante con una più alta quantità di CBD | La clonazione è difficile |
Garantiscono una fioritura rapida | |
Le varietà autofiorenti sono resistenti e perciò semplici da coltivare, adatte anche ai principianti | |
Perfetti per non dare troppo nell’occhio |
Le varietà autofiorenti sono indicate per i principianti o per coloro che dispongono di poco spazio e vogliono una coltivazione discreta. Sono adatte anche per la coltivazione in regioni fredde e con estati brevi. Tra le varietà autofiorenti di qualità ci sono la Black Lights di Sensi Seeds, ad alto contenuto di CBD, la Original Skunk Auto di FastBuds, e la Auto Ak di Female Seeds.
Quale varietà scegliere?
In conclusione, si può dire che ogni tipo di seme dà vita a delle piante adatte a coltivatori con obiettivi differenti. I semi regolari generano piante maschili e femminili, perfette per chi vuole incrociare varietà ed è interessato a preservare la genetica delle sue piante preferite attraverso la clonazione. I semi femminizzati sono perfetti per i principianti o per chi non ha molto spazio a disposizione, dato che producono solo piante femminili ricche di fiori e di tricomi. I semi autofiorenti sono ideali per chi vuole coltivazioni discrete e veloci, o per chi abita in regioni fredde.
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